venerdì 1 aprile 2011

I nostri candidati: Rita Auriemma

Sono nata in Abruzzo da famiglia napoletana, ma ho conseguito laurea e dottorato a Roma. Sono ricercatrice presso l’Università del Salento (Lecce) ed insegno archeologia subacquea alla Facoltà di Beni Culturali da oltre un decennio.
Mi occupo di archeologia dei paesaggi, in particolar modo costieri, di antiche vie del mare,  rotte e trasporti marittimi, di porti e relitti, attraverso la ricerca subacquea, che mi porta sia nei fondali trasparenti della Puglia meridionale, sia qui, nell’alto Adriatico.
Il mio rapporto con questa regione risale al 1990, anno in cui è iniziato lo scavo del relitto romano di Grado, che ho seguito fino alla fine e pubblicato in varie sedi. È stata un’esperienza altamente significativa, sia dal punto di vista professionale che personale (a Grado ho conosciuto il mio attuale marito, triestino, e da Grado sono giunta a Trieste).
La mia collaborazione con l’Università di Trieste ha preso il via dal progetto Urban- Crosada, archeologia urbana a Cittavecchia, ed è continuata con altri  programmi di ricerca a carattere internazionale.
Oggi, però, il mio progetto principale è un altro. Pensavo fosse giunto il momento di dover lasciare questo paese e dare ai miei due figli un posto ed un futuro migliore quando Sinistra Ecologia Libertà mi ha offerto, qui, a Trieste, una nuova opportunità: quella di provare a cambiare questo paese, ad opporre la buona politica alla corruzione, l’integrità al degrado, il piacere dell’altro all’individualismo xenofobo, la cultura alla chiusura, il cambiamento all’immobilismo, il diritto al futuro alla negazione dei diritti. Il diritto, per esempio, ad una scuola e ad un’università pubblica, libera, democratica. Contro la riforma Gelmini, insieme agli altri ricercatori della rete 29aprile, mi sono resa indisponibile all’insegnamento. Ma la protesta messa in atto da studenti ed alcuni ricercatori (e non sostenuta dalle altre parti coinvolte) non ha arginato questo processo di delegittimazione e smantellamento dell’università pubblica che il governo conduce sistematicamente da anni.  Occorre adesso vigilare sugli sviluppi ed offrire un’alternativa efficace. In Puglia, il governo Vendola sostiene le università pubbliche garantendo le borse di ricerca che gli Atenei non sono in grado di finanziare.
È tempo di scegliere diversamente.  È tempo che le persone di buona volontà facciano la loro parte, senza demandare ai peggiori, senza abdicare al  loro essere cittadini. È tempo di tornare a decidere, per noi, per i nostri figli, perché non debbano essere “la generazione del futuro mai”.  Se non ora, quando?  

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